Lo scompenso cardiaco è una condizione che deve essere monitorata regolarmente.
Oltre alle misurazioni della pressione e del ritmo cardiaco, che possono essere effettuate autonomamente, è necessario sottoporsi a regolari controlli medici per valutare lo stato di salute e l’evoluzione della patologia.
Se si registrano per la prima volta sintomi che possono essere imputabili a qualche problema cardiaco, è opportuno rivolgersi tempestivamente al proprio medico che, dopo una visita, stabilirà se prescrivere accertamenti più specifici come esami di laboratorio generali, esami delle urine ed elettrocardiogramma di base.
Per le persone nelle quali si sono già manifestati problemi cardiaci, si raccomanda di rivolgersi al cardiologo di riferimento.
Qualora il medico (di medicina generale o specialista cardiologo) riscontri elementi significativi, prescriverà verosimilmente esami ad hoc, tra i quali:
elettrocardiogramma da sforzo: misura l’attività elettrica del muscolo cardiaco durante l’esecuzione di uno sforzo fisico, per riscontrare alterazioni non individuabili tramite l’ECG a riposo;
elettrocardiogramma dinamico di Holter: l’ECG viene registrato per un tempo prolungato, tramite un dispositivo fissato sul busto con un cerotto, al fine di monitorare l’attività cardiaca durante le normali attività quotidiane;
ecocardiogramma;
scintigrafia miocardica;
coronarografia;
misurazione degli enzimi miocardici;
TAC multistrato.
Per i pazienti che soffrono di scompenso cardiaco sarebbe ideale eseguire un controllo specialistico cardiologico almeno ogni 3-4 mesi.