Vi scrivo perché da un mese esatto io e la mia mamma siamo entrate a far parte del "club" dello scompenso cardiaco. Un mese esatto fa mia mamma che ha 72 anni ha avuto uno scompenso cardiaco acuto con acqua nei polmoni e alle caviglie. Da 2 settimane e mezzo è a casa in attesa di essere chiamata per un ciclo di riabilitazione cardiologica. È stata dimessa con una terapia di: Alle ore 8: 1 compressa di bisoprololo 2.5 mg; 2 compresse di lasix 25 mg; 1 compressa di ramipril 5 mg; 1 compressa di omeprazolo 20 mg; 1 compressa di acido folico Alle ore 12: 1 compressa di asa 100 mg; 1 compressa di lasix 25 mg (solo nei gg pari) Alle ore 20: 1 compressa di allopurinolo 300 mg Vi pongo la mia questione: Il suo medico di base dopo aver visto gli esami del sangue ha deciso di togliere il lasix delle 12 fino a che non comparivano pancia o gambe gonfie. Dopo una settimana di interruzione abbiamo ripreso a darglielo. Da 5 giorni gli ha sospeso il ramipril 5 mg, dopo che per 4 gg ha fatto la prova dimezzando la dose, perchè la pressione di mia mamma da mattina a sera oscilla tra i 100/115 di massima e tra i 50/67 di minima. Volevo sapere se era una buona cosa sospendere il ramipril, o se è meglio darglielo lo stesso magari con dose 2.5 mg. Vi ho scritto perché siete la prima associazione con cui si può parlare.
Risponde il Prof. Salvatore di Somma, Direttore del Comitato Scientifico AISC
È abbastanza comune dopo la dimissione dall'ospedale dopo un episodio di scompenso cardiaco acuto dover ricorrere a piccole modifiche della terapia in funzione delle singole risposte terapeutiche dei vari numerosi farmaci. Proprio per tale motivo i periodi riabilitazione cardiologica (come quello che è stato correttamente prescritto per sua madre) rappresentano una buona soluzione per questi pazienti.
Nell’ attesa di tale importante fase credo che il medico curante sia assolutamente in grado di trovare la soluzione migliore per gli aggiustamenti terapeutici più utili per sua madre.
Nello specifico è difficile darle un consiglio sulla necessità o meno di sospensione della terapia con ace-inibitore (ramipril) non avendo la possibilità di accedere ad ulteriori valutazioni cliniche, oltre ai valori pressori, che sicuramente invece il suo medico curante ha potuto fare.
Quindi in conclusione.
Pur comprendendo il suo stato di giusta preoccupazione per sua madre le consiglierei comunque di attenersi strettamente alle indicazioni del medico curante nella attesa che tale ricovero per la riabilitazione arrivi quanto prima.