Caro Oberdan,
mi è doveroso spendere alcune parole per un uomo buono, vero, tenace e soprattutto capace di vedere
sempre il lato positivo delle cose, anche nelle situazioni più difficili. Ne è un esempio quando,
lottando tra la vita e la morte, sei anni fa ti portarono nella mia sala e nel prestarti le cure ero timorosa
che non ce la potessi fare ma il tuo sguardo, il tuo atteggiamento mi hanno incoraggiata. Sembrava
che con quelle poche forze che ti erano rimaste mi volessi comunicare: “Dai che riusciamo a superare
il peggio!”. Così che sei stato tu a darmi la forza e non io a te. È stato così: ce l’hai fatta!! Hai lottato
come un leone sempre con il sorriso e con la positività che ti ha contraddistinto hai superato quei
tremendi momenti che si sono susseguiti uno dopo l’altro (e quanti ce ne sono stati!) ma tu sei andato
avanti e hai superato tutto. Ricordo ancora quando, dopo il periodo riabilitativo, ci siamo incontrati
nei corridoi dell’ospedale. Io stentavo a crederci: eri tu che camminavi con le tue gambe in perfetta
forma e voglioso di ricominciare la tua vita. Ci siamo abbracciati ed eravamo felici, tu mi dicesti:
“Dottoressa hai visto ce l’ho fatta e sono qui.”
Quel giorno è diventato uno dei più indelebili della tua vita e lo sarebbe diventato in futuro anche per la vita di molte altre persone. Si, perché proprio quel giorno venisti a proporre l’idea di fondare un’associazione per le persone che soffrivano delle tua
stessa malattia. Si, così è nata l’associazione: dalla tua grande voglia di vivere e convivere con la tua
malattia cercando di fartela amica ma non permettendole di compromettere la tua vita. Questo è uno
dei tanti insegnamenti che hai trasmesso anche ad altri pazienti, che con il tuo esempio hanno
imparato anche loro ad essere non solo malati ma anche esseri umani con il diritto di vivere la propria
vita dignitosamente. Ti sei prodigato per questa associazione sempre e comunque anche al limite delle
tue forze. Ricordo quanti rimproveri ti facevamo: “Oberdan non stancarti troppo.” Tu ripetevi spesso:
“Io sto bene, sono felice, vivo la mia vita cercando di farla sembrare il più normale possibile e vado
avanti anche con il mio piccolo pezzettino di cuore funzionante che mi è rimasto.” Quante volte lo
hai ripetuto!!! Ed è quello che hai fatto, ad AISC hai lasciato tante importanti testimonianze e tanti
segni che sono ormai punti di forza. Tutto questo con l’aiuto della tua carissima moglie Porzia che ti
ha sempre supportato e assistito in ogni momento della tua malattia standoti sempre vicina. Lo stesso
hai fatto tu per lei e anche questo avete trasmesso insieme agli associati. Convivere con la malattia
tutti insieme e rimanendo sempre uniti. Sei stato anche un grande uomo e un grande padre per i tuoi
due splendidi figli di cui sarai sempre orgoglioso. Per tutto questo da oggi AISC ha anche un altro
obiettivo: quello di tenere alto l’onore di un presidente degno di questo nome e te lo sei meritato per
tutto quello che hai fatto. A nome mio, della dottoressa Di Somma, del professor Di Somma, della
segreteria e di tutti gli Associati ti diciamo un grazie di cuore e ti promettiamo di portare avanti la tua
importante e inestimabile missione per far sì che tu rimanga sempre uno di noi. Oberdan il tuo
pezzettino di cuore ti ha abbandonato ma tu non abbandonerai mai i nostri.
Ciao, ora riposa sereno.